MODALITA‘ DI ACCESSO ALLA TERAPIA INFILTRATIVA: Si può avere accesso alla terapia infiltrativa (intrarticolare o con ossigeno-ozono, mesoterapia antalgica), solo se provvisti di indicazione scritta di altro specialista. In caso contrario, la suddetta terapia non sarà effettuata, se non dopo valutazione della dottoressa Tondi.

PATOLOGIE DELLA COLONNA VERTEBRALE E APPLICAZIONE DI OSSIGENO-OZONOTERAPIA

L’ozono è una sostanza altamente instabile, che avvia rapidi processi di ossido-riduzione, cioè di passaggio di elettroni da un riduttore a un ossidante, che sono per definizione processi che avvengono durante l’invecchiamento della materia vivente. Il fatto di somministrare uno stress ossidativo ben controllato ma energico, mediante l’ozono provoca un effetto “risvegliante” sul meccanismo di difesa naturale, e attiva la produzione degli enzimi antiossidanti che rapidamente compaiono in concentrazione adeguatamente elevata da riparare lo stress e assieme a quello di riparare anche i suoi danni. Si spiega così come l’ozono possa esplicare il proprio effetto su molteplici meccanismi cellulari. Ne consegue che il numero di patologie potenzialmente trattabili con l’ozonoterapia sia estremamente elevato e che non esistano praticamente tessuti o organi che non risentano dell’effetto positivo di questo gas. Tra le patologie degenerative i processi che interessano la colonna vertebrale sono oggi al centro dell’attenzione di numerosissimi studi di fisiopatologia e di modalità e di cura, poiché colpiscono un numero enorme di persone, spesso ancora pienamente attive nella vita lavorativa, al punto da costituire una vera e propria malattia sociale. L’ozono recentemente è stato applicato soprattutto nella cura dei conflitti disco-radicolari. Essenziale appare l’alterazione degli apporti nutritivi al tessuto discale e osseo, il rallentato metabolismo, lo sviluppo di processi catabolici. Il disco intervertebrale normale è composto da due principali compartimenti: il nucleo polposo centrale e l’anulus fibroso all’esterno. La parete esterna dell’anulus forma una corona più spessa anteriormente, più delicata posteriormente, verso il canale che contiene le strutture nervose, ed è deputata a fornire una resistenza alle forze di trazione. Principali costituenti del disco sono l’acqua, macromolecole glicoproteiche (proteoglicani) e il collagene, in percentuali che variano nell’ambito dei diversi compartimenti. La degenerazione del disco può essere definita un disordine strutturale, un’alterazione delle proprietà biochimiche del disco, che si instaura con l’età. Essa sarà naturalmente favorita da traumi e microtraumi ripetuti. Momento iniziale è la disidratazione del nucleo polposo, che è quindi all’origine die disordini strutturali: diminuzione del volume e dell’altezza del disco, invaginazione delle fibre, comparsa di convessità circonferenziale, fissurazione delle fibre dell’anulus. Nell’ambito di queste fissurazioni, può svilupparsi un tentativo di riparazione cicatriziale, che chiamiamo “tessuto di granulazione”, ipervascolarizzato. Il coesistere di processi lesivi e degenerativi (fenomeni catabolici) con i tentativi di riparazione (neoangiogenesi e l’affollamento di globuli bianchi e piastrine) costituisce il fenomeno della Infiammazione cronica. Gran parte delle caratteristiche fenotipiche osservate nel processo di invecchiamento sono frutto dell’insorgenza, con l’età, di uno stato pro-infiammatorio cronico ingravescente (Inflamm-aging), in parte sotto controllo genetico, in parte modulato dalle condizioni esterne. La discopatia degenerativa genera protrusione discale e la ridotta altezza del disco può portare al conflitto meccanico tra corpi vertebrali, portando al formarsi di deformità e callosità ossee. Tutti questi processi vanno a ridurre lo spazio delle strutture nervose incluse nella colonna e generano la sofferenza radicolare o midollare che si concretizza in lombosciatalgie, cervicobrachialgie, invalidità della marcia sino alla paralisi. Esistono dei criteri applicativi per questa cura, che non deve essere vista come sostitutiva all’intervento chirurgico. Per questo motivo è indispensabile, prima di iniziare un ciclo di ozonoterapia, essere visitati da uno specialista che escluda la necessità di un intervento. L’azione dell’ozono nei confronti delle alterazioni prodotte dalle discopatie, dalle ernie discali e dal processo infiammatorio cronico, consiste nel forte stimolo antiossidante che esso riesce a provocare. – A breve termine vengono vivacemente stimolati gli enzimi antiossidanti e così l’organismo riesce a bloccare le situazioni ossidative nei confronti delle quali la reazione naturale era troppo tenue e insufficiente. Viene frenata l’infiammazione, viene risolto lo stato di acidosi e tamponate le sostanze algogene. – A medio-lungo termine l’ozono provoca la disidratazione del tessuto, rendendo più veloce il naturale processo di degradazione che è il destino necessario di un tessuto che non sta più nella sua sede naturale e quindi non è più adeguatamente nutrito, e andrà comunque verso l’atrofizzazione. Per tutte queste ragioni l’effetto clinico è la riduzione del dolore e della limitazione funzionale, nel breve o brevissimo termine, e un progressivo modificarsi della morfologia dell’eventuale ernia discale, nel volgere di settimane. L’esperienza clinica di decine di migliaia di casi trattati conferma questa modifica anche morfologica nel 58% die casi circa, mentre il successo clinico supera il 90% dei casi.

Modalità: il metodo ambulatoriale non è invasivo e consiste nel praticare infiltrazioni paravertebrali ai lati cioè del distretto (cervicale o lombare) della colonna vertebrale. Controindicazioni L’ozonoterapia è controindicata in caso di gravidanza, ipertiroidismo, favismo, gravi patologie cardiovascolari e/o ematologiche e/o respiratorie in fase clinica di scompenso. Effetti collaterali e rischi dell’ozonoterapia L’ozonoterapia ha effetti collaterali e rischi modesti. Gli effetti collaterali si limitano a fastidio o gonfiore nella zona di inoculazione per una decina di minuti; rari sono sanguinamenti e infezioni.

INFILTRAZIONI INTRARTICOLARI

Le infiltrazioni intrarticolari devono essere effettuate da personale Medico autorizzato. Sono iniezioni che vengono eseguite a seconda delle specifiche esigenze, il farmaco viene iniettato dal medico all’interno di un’articolazione ed il dolore è paragonabile a quello di una semplice iniezione nel gluteo. Le iniezioni a base di farmaci cortisonici agiscono riducendo l’infiammazione e vengono utilizzate per la cura di artrite reumatoide, tendiniti, borsiti e altri processi infiammatori. In genere la terapia infiltrativa con cortisone si effettua con cicli a cadenza settimanale da 3 iniezioni. Le iniezioni a base di acido ialuronico vengono effettuate per migliorare la lubrificazione dell’articolazione, per ridurre il dolore e migliorare il movimento. Esse vengono utilizzate maggiormente per la cura dell’artrosi di un’articolazione, come ad esempio quella all’anca, alla spalla o al ginocchio. L’acido ialuronico è altamente solubile e questo lo rende adatto a garantire l’idratazione dei tessuti proteggendoli dalle sollecitazioni della vita quotidiana. In genere la terapia infiltrativa con acido ialuronico si effettua con cicli a cadenza settimanale, in media da 3 a 5 iniezioni. L’efficacia clinica è nella maggior parte dei casi duratura da un minimo di 6 mesi a 1-2 anni. A seconda della situazione, il medico sceglierà la molecola più opportuna da iniettare. Possibili effetti collaterali e controindicazioni Le iniezioni di acido ialuronico in genere non sono dolorose e si avverte solamente la puntura dell’ago o al massimo un leggero dolore che tende a passare dopo alcuni minuti. Dopo aver effettuato infiltrazioni, potrebbero comunque verificarsi infiammazioni locali, gonfiore, arrossamento e indolenzimento della parte interessata. In questo caso è consigliabile mettere del ghiaccio sulla parte ed eventualmente assumere farmaci antinfiammatori. Durante l’utilizzo di cortisonici, il medico specialista valuta attentamente le patologie dei pazienti candidati a questa terapia.

MESOTERAPIA ANTALGICA

La mesoterapia si esegue iniettando nel tessuto sottocutaneo piccolissime dosi di farmaci attraverso aghi di 4-6 mm. Il risultato è un deposito sottocutaneo della sostanza iniettata le cui molecole vanno ad interessare direttamente le sedi bersaglio del nostro trattamento amplificandone localmente gli effetti terapeutici e limitandone quelli collaterali generali date le piccole quantità di farmaco (2-4 ml a seconda dell’estensione della parte anatomica interessata dal processo morboso). Subito dopo l’iniezione si forma un “pomfo” che testimonia ľaccumulo di medicamento che verrà rilasciato nei giorni successivi come se fosse una formulazione “depot” (ovvero “a lento rilascio”). Indicazioni L’applicazione pratica più diffusa della mesoterapia riguarda le patologie dolorose, infiammatorie e degenerative dell’apparato muscolo-scheletrico quali stati infiammatori dell’artrosi, tendiniti, borsiti, lombosciatalgie, dolori cervicali, cefalee muscolo-tensive, esiti di contusioni e distorsioni. Vantaggi La mesoterapia si rivela particolarmente vantaggiosa ed utile quando l’età del paziente e le sue condizioni generali di salute controindicherebbero l’impiego di farmaci per bocca riducendo il sovraccarico di organi come lo stomaco, il fegato e i reni. In particolare nell’ambito della riabilitazione la mesoterapia è vantaggiosa perché accelera la ripresa funzionale e potenzia gli effetti delle terapie manuali e delle terapie strumentali quali laser, tecar, onde d’urto ed altre. Cadenza del trattamento La cadenza della terapia è per consuetudine settimanale ma può variare in funzione della malattia e della sua fase clinica (acuta o cronica) da una ogni 4 giorni ad una ogni 30 giorni. Il numero delle sedute è variabile non superando nella maggioranza dei pazienti le sei somministrazioni per ciclo. Controindicazioni E’ una terapia poco invasiva e che prevede l’inoculazione di ridotte quantità farmacologiche. Ovviamente non è applicabile a soggetti allergici al medicamento utilizzato; la cute dev’essere integra. Nei soggetti diabetici potrebbe verificarsi un ritardo nella cicatrizzazione.